L’osteopatia delle Origini, per come noi la intendiamo, è un’osteopatia prima di tutto inclusiva. Come Still trasmetteva alla fine della sua vita di uomo e di osteopata, tiene insieme, non separa, sia concettualmente sia praticamente, il piano biomeccanico, quello biocinetico, quello biodinamico e quello spirituale, delineando una visione completa e multidimensionale dell’essere umano. Con un’osservazione che guarda senza soluzione di continuità, restando contemporaneamente specifica e globale, osserva come l’essere umano esista contemporaneamente sul piano fisico (il livello grossolano della matrice biologica) e sul piano sottile (il livello dei corpi chiamati sottili come l’eterico, l’astrale, il mentale, il causale ecc…).
L’umano che ognuno di noi è, risponde all’interazione con sé, con gli altri e con l’ambiente con questa multidimensionalità (che ne siamo consci o meno).
La Vita, intesa nel senso più vasto e indeterminato, si esprime attraverso la vita, intesa in un senso definito e determinato proprio per ogni specie vivente e proprio per ogni singolo individuo.
L’essere umano ha una sua vita in espressione, definita e determinata, che trova nel suo sviluppo embriologico una chiave di lettura (da qui viene il nostro punto di osservazione) che possiamo definire visione dell’unità tra la Vita e la vita.

Nella dinamica di sviluppo embriologico dell’essere umano possiamo osservare il processo attraverso cui la Vita diventa vita umana, filosoficamente parlando possiamo dire che osserviamo come “l’Infinito si rende finito”, realizzando poi l’espressione stessa delle polarità che caratterizzano la dimensione finito, dal concepimento alla morte.
Il ruolo che ha l’ambiente (epigenetica) sullo sviluppo, oramai conosciuto e studiato, è già parte di questo progetto che è il Vivente che si incarna. Non in senso deterministico, poiché il Campo Unificato prevede infinite possibilità di espressione, bensì come una traccia, che mai esclude altri sentieri da percorrere nel momento in cui la consapevolezza si apre a nuovi stati di coscienza e li coagula nella materia.
L’osteopata che pratica l’Osteopatia delle Orgini si mette al servizio di questa Vita, in espressione nella vita del paziente, per favorire il miglior equilibrio possibile nella polarità della vita in espressione e accompagnare il paziente per lasciar riemergere i punti di equilibrio, i fulcri di Salute (così li chiamiamo) dentro a questa danza tra le polarità. Questi punti di equilibrio non sono punti fisici bensì dono degli stati a cui il paziente può accedere, che spesso si trovano celati nella costante oscillazione delle polarità, nella dominanza dell’una o dell’altra, nel blocco dell’una o dell’altra e così via.
Fondamentale secondo noi è il lavoro personale dell’osteopata stesso.
Un cammino di consapevolezza rispetto a se stessi è necessario per potersi mettere al Servizio della Salute nel modo più pulito e libero possibile dalle proprie dinamiche di personalità. Le nostre dinamiche umane sul piano della personalità, essendo polari e su base egoica (la coscienza sè separata dalla Coscienza del Sè), tendono a far fare alla coscienza del terapeuta, quando non osservate e consapevolizzate (la consapevolezza è la coscienza incarnata nel corpo, a livello cellulare) un continuo pendolo costante tra le parti, con svariati momenti di incastro.
Possono dunque agganciarsi, nell’approccio al paziente, a dinamiche simili, diremmo risonanti, nel paziente, rendendo più ostico il processo di emersione del punto di equilibrio, il fulcro di Salute, necessario al passaggio ad uno stato di coscienza corporea prima e della mente poi, diverso, stato che chiameremo unitario. In esso, quello che chiamiamo stato di salute e di malattia, sono due processi di espressione della vita, come piacere e dolore, come gioia e tristezza, come movimento e staticità, non più separati.
Nell’assenza di separazione, le dinamiche in cui questi stati si trovano non presentano più le caratteristiche che conosciamo (o sono ammalato, o in relativo equilibrio o in salute), e aprono all’essere umano un nuovo stato di vita completamente fluido e modificabile nell’istante presente.
L'approccio dell'Osteopatia delle Origini
E’ altrettanto evidente che ragionare su tali livelli di visione, porta ad uscire da schemi, tecniche e protocolli o approcci sintomatici, per passare ad osservare e ad agire con la persona in un approccio che si apre, che si dilata e nello stesso tempo che si approfondisce, che si accorda alla Salute più profonda. Non si inseguono sintomi e segni, tenendone pur conto, non si lavora in modo puramente segmentario sul distretto interessato, piuttosto si prova ad osservare tutti i piani di connessione della zona di interesse (sintomatica o in disfunzione) con il funzionamento del corpo nel suo insieme, con il fine di riconnetterli con l’informazione Originale di Salute e Vita. Non significa cercare necessariamente un cambiamento macroscopico e misurabile sul palpabile, anche se spesso accade di conseguenza, ma piuttosto informare il corpo in direzione di un cambiamento profondo, collaborando con le energie intrinseche ed estrinseche, che a cascata genereranno un cambiamento in tutto il sistema, per arrivare a rilasciare anche la condizione locale, ovvero il motivo del consulto da parte della persona. Un’accordatura profonda del Vivente con la sua Origine.
Questo accordo tra le energie del corpo e quelle del mondo naturale e ancora oltre dell’Universo, ricorda il comportamento delle particelle descritto dalla fisica quantistica. Essa sta rivoluzionando i concetti della fisica newtoniana e concepisce il funzionamento della biologia dei viventi, sulla base di interazioni tra particelle, anche a distanza tra loro (principio dell’entanglement), con evidenze che non lasciano dubbi sull’esistenza contemporanea delle molecole, da una parte come particelle, che sottostanno alle leggi della fisica newtoniana, e dall’altra come onde.
Esiste dunque un livello dell’esistenza osservabile considerando una realtà, che fa di una particella una particella, e un livello dell’esistenza osservabile considerando una realtà che fa di una particella un’onda, ed entrambi i livelli sono presenti contemporaneamente sempre. Ciò che può modificare la realtà da noi percepita e lo stato delle particelle dell’essere umano, è l’informazione che arriva alla particella stessa, dove è peculiare la posizione dell’osservatore. La posizione e la qualità dello sguardo dell’osteopata, il suo mettersi al Servizio della Respirazione Primaria, insieme alla volontà della persona che è arrivata a chiedere aiuto, permettono lo schiudersi di una realtà più vasta, che dà accesso al sovrasensibile, realtà profonda di ogni essere umano.
L’osteopatia è una e indivisibile, in definitiva come l’essere umano che è uno e indivisibile o della vita che anch’essa è una e indivisibile perché c’è una sola Vita.